Ri-vestire l'innovazione - SOS Ticino - Soccorso Operaio Svizzero, Ticino

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RI-VESTIRE L'INNOVAZIONE
Un evento dell’Atelier Ri-taglio di SOS Ticino e la SAMS
Giovedì 25 aprile

Sorto nel 2013, Fashion Revolution ha designato l’anniversario del disastro del Rana Plaza in Bangladesh, il 24 aprile, come Fashion Revolution Day. In quella giornata o nella settimana che la contiene, in tutto il mondo si tengono ogni anno manifestazioni speciali.

Non a caso quindi SOS Ticino e il Centro professionale tecnico di Biasca (SAMS) hanno organizzato lo scorso 25 aprile “Ri-vestire l’innovazione: capi unici da abiti ritrovati” un evento, per celebrare la bella collaborazione intercorsa negli ultimi mesi tra l’Atelier Ri-taglio di Giubiasco e la SAMS. Allieve e allievi della scuola hanno collaborato strettamente con le partecipanti al nostro Programma occupazionale nella realizzazione di abiti e accessori d’abbigliamento attraverso la tecnica dell’upcycling.

L’evento è stato condotto da Martina. Lucia (Atelier Ri-taglio) e Raffaella (SAMS) hanno introdotto la manifestazione spiegando nel dettaglio come è nata e si è sviluppata la collaborazione, come mai è stato scelto il tema dell’Upcycling come filo conduttore del progetto: per i benefici che esso porta dal punto di vista ambientale, della sostenibilità e dell’economia circolare ma anche perché stimola la creatività e promuove la bellezza e l’importanza dell’unicità dei prodotti.

Durante la serata tutti coloro che sono stati coinvolti nel progetto, che in quell’occasione raggiungeva il suo culmine, ne hanno raccontato la storia, cosa si è fatto e testimoniato come questo percorso, siglato dalla ottima collaborazione tra SAMS e Ri-taglio, li avesse arricchiti.
 
All’inizio del 3° anno è stato affidato loro il progetto: sono partiti col cercare e scegliere dei vestiti di seconda mano raccolti presso gli Atelier di SOS Ticino a Giubiasco e Rivera. Poi, una volta che i capi d’abbigliamento sono arrivati a scuola, allieve e allievi si sono messi al lavoro per progettare gli abiti presentati. Hanno scelto il capo da rinnovare, creato 3 figurini con 3 outfit, un dossier con tutta la collezione e gli aspetti tecnici, e infine li hanno confezionati.

Così, nel giro di qualche mese, delle semplici giacche da uomo venivano magicamente trasformate in eleganti abiti, indossabili ad esempio anche ad una serata di gala. L’unico ragazzo che frequenta il corso SAMS, Ivan, ha addirittura creato un particolare “outfit da rave”.

Anche Alexea ha spiegato la genesi del proprio capo: “ci è stato affidato un tema principale da seguire, il mio era quello di un crollo mentale, quindi ho usato solamente i colori bianco e nero,” e ha presentato il suo modello fatto di una camicia upcycling e di culotte.

Ambra dimostra apprezzamento per l’interazione tra SAMS e SOS, un processo creativo per ogni scelta di materiali, modelli e per ogni minimo particolare, per i consigli dei docenti e anche delle esperte commesse dei negozi di materiale per sartoria. “Le ragazze e le donne del SOS hanno realizzato concretamente tutte le nostre idee, anche se alcuni materiali erano difficili da trovare e si è slalomato tra mille difficoltà, ma ci siamo permesse di sognare alla grande. Il progetto ci è piaciuto molto, ci ha aperto le prospettive, i docenti ci hanno trasmesso molto della loro grande esperienza, ci ha permesso di svolgere tutti i ruoli di questo stupendo settore professionale tanto da far capire a molti di noi cosa vorrà fare in futuro.”

Allieve e allievi hanno rilevato come il 2nd hand sia (sempre più) importante: “lo possiamo vedere anche sui social, per dirne una, le ragazze romane che vanno a far shopping ai mercatini di Porta Portese. Il progetto ci ha insegnato tanto cose, ad esempio dove reperire i vestiti usati soprattutto cosa e come fare per modificarli.” È stato evidenziato come i giovani abbiamo come obiettivo l’eco-sostenibilità, deplorano il mercato della fast fashion che inquina più di tutti i voli aerei del pianeta. Si sono dichiarati contenti e soddisfatti di aver trattato questo tema e rimarcato: “meglio avere un capo personalizzato da un artigiano che un label prodotto milionesime volte”.

Parallelamente i corsisti SAMS hanno disegnato gli accessori (borse, borsette e pochette) che sono state confezionate, sempre con materiale riciclato, dalle partecipanti al PO Ri-taglio, alle quali sono stati rivolti parecchi complimenti, soprattutto perché buona parte di esse erano neofite nel campo della sartoria. Toghi ad esempio ha dichiarato di non ha mai cucito prima in vita sua, ma durante il PO –grazie anche alla grande disponibilità delle responsabili- ha acquisito destrezza con la macchina da cucire.

Asta ha evidenziato che quanto imparato al PO è stato vantaggioso per il suo ricollocamento nel mondo del lavoro, tanto che per il prossimo giugno ha già firmato un contratto. Ha sottolineato come l’esperienza sia stata molto arricchente anche dal punto di vista umano (si è sentita a casa e Ri-taglio è come una famiglia) e come anche il supporto sensibile e professionale della job coach sia stato di notevole importanza.
 
Infine, per poter far ammirare ai presenti quanto confezionato oltre a quanto già esposto su tavoli e manichini, è stato proiettato un video dal formato inedito che alterna una sfilata con dei render 3d che indossavano i capi e gli accessori d’abbigliamento del progetto con il nome dell’autore e scene riprese nel laboratorio di sartoria.

All’evento sono intervenuti anche autorità e funzionari cantonali, e i responsabili di SOS Ticino e della SAMS.

La Consigliera di Stato Marina Carobbio ha rimarcato come in Ticino la formazione professionale offra molto ma che potrebbe fare di più, tanto che nel suo programma di legislatura l’Esecutivo cantonale ha inserito degli obiettivi per potenziare alcuni settori. “Apprezzo il fatto che i centri professionali vadano oltre le mura delle scuole, collaborando con il territorio, come quello che succede oggi che è il risultato di un lungo lavoro insieme. Mi complimento con SOS Ticino che da 40 anni ha un ruolo cruciale per l’inserimento socio-professionale Il progetto Ri-vestire l’innovazione dovrebbe essere preso da esempio e mi auguro che l’economia circolare diventi di moda. Il consumo come finora cresciuto è insostenibile, la fast fashion è un’aberrazione per lo spreco, le condizioni lavorative, e l’ambiente. Ci sono altre forme possibili e indispensabili, anche nel nostro cantone, il vostro progetto lo dimostra.”

Mauro Ortelli, vicedirettore SAMS di Biasca, porta i saluti del direttore Davide Pedretti, dispiaciuto di essere ammalato e non poterci essere di persona. Spiega come nel loro percorso formativo, gli allievi del terzo anno (l’ultimo) debbano creare una collezione di capi d’abbigliamento: la scuola dà loro una formazione a 360° per permettere loro di uscirne anche avendo sviluppato buone soft skill e conoscenza del territorio (oltre alle competenze tecniche) per entrare bene nel mondo del lavoro. “Questa sera quindi presenteranno la collezione, quanto hanno imparato sul fenomeno della fast fashion e l’impatto ambientale dei settori moda e tessile. Il progetto con Ri-taglio ha sicuramente raggiunto gli obiettivi della scuola e per gli allievi è stato un grande stimolo.”
 
Mario Amato, direttore di SOS Ticino, racconta in quali ambiti è attiva l’Associazione e la sua storia, partita nel 1984 con un “ufficio ticinese” aperto dal SOS di Zurigo, voluto in particolare per occuparsi dei rifugiati provenienti dall’est europeo e dal Cile. “Questo è quindi un evento che di inserisce nei festeggiamenti del 40°”.
 
Alessandro Lucchini, responsabile del Settore disoccupazione di SOS Ticino si è compiaciuto del fatto che con questo evento si celebra la collaborazione tra Ri-taglio e SAMS ed ha osservato che anche se le due realtà possano sembrare diverse, sono invece multidisciplinari e intergenerazionali. “I nostri capi saldi sono la preparazione e il reinserimento professionale, e la sostenibilità ambientale contro lo spreco di risorse. In stretta collaborazione con la Sezione del lavoro e i suoi URS, offriamo 3 POT e un progetto per combattere la disoccupazione giovanile. Cerchiamo di mettere la persona al centro, svolgiamo principalmente attività legate al 2nd hand e le persone vengono sostenute con un approccio individualizzato anche con dei job coach, il risultato è che un partecipante su due trova posto di lavoro. Gli utenti di Ri-taglio sono principalmente donne e quindi il nostro Atelier ha accumulato una particolare esperienza per dare appunto valore alle specificità delle donne, anche tramite una sorta di solidarietà al femminile.”
 
Infine, Angela Monhart, responsabile dell’Atelier Ri-taglio ha dato il benvenuto “a questo bel momento creativo”. Ha rivelato di seguire le partecipanti ai Programmi occupazionali da 14 anni, deducendo che “in questa serata non solo si celebra la collaborazione ma il potenziale che ogni individuo ha”. Ha spiegato che in atelier si offre la possibilità di esplorare nuove vie, rinforzare la fiducia in sé stessi, coltivare nuove prospettive per il futuro, dimostrando che anche nei momenti di incertezza ci sono prospettive che possono portare a un futuro migliore. “Ri-taglio è un luogo di crescita per molte donne in disoccupazione e che affrontano difficili sfide. Sono occupate in attività che con ogni probabilità non hanno mai svolto, come sartoria, lavanderia e confezionamento, ma sanno sviluppare abilità, creatività e resilienza. Tutti i vestiti esposti qui a Sostare rappresentano impegno, passione, e ore, ore, ore di lavoro, i dietro ognuno di essi c’è dietro la storia di una donna che si vuole reinventare.”

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